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la grande moschea di Timbuctu, foto dalla rete |
Naturalmente la religione non c'entra nulla. Affermare che queste distruzioni derivano da chissà quali prececetti religiosi, equivale ad offendere non solo l'islam, ma perfino chi legge.
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rogo al Centro Ahmed Baba, foto dalla rete |
La questione è complessa (vedi post). Sin dal giugno 2012, quando le milizie "islamiche" avevano occupato Timbuctu, si erano contraddistinte per l'assurda follia di distruggere tombe e moschee, ritenuti Patrimonio dell'Umanità. Le organizzazioni internazionali erano intervenute minacciando ritorsioni e interventi armati. Sono passati oltre 6 mesi, e l'intervento armato - francese - vi è stato. In questo tempo, le organizzazioni dei tuareg, che da decenni lottano per l'autonomia dell'Azawad avevano stretto malsane alleanze con le milizie estremiste (molte giunte dalla Libia assieme alle armi), armate e determinate.
Dopo gli incendi, oggi si assiste ai saccheggi contro i commercianti arabi colpevoli di aver collaborato con gli estremisti. Il rischio di aver innescato nuove tensioni e conflitti, è alto.
Quello che avviene in Mali, da qualsiasi angolo si guarda è l'ennesima conferma del fallimento delle politiche internazionali (nel Mali soprattutto quelle francesi) che hanno consegnato nelle mani degli estremisti le ale più moderate e laiche dei movimenti autonomisti e indipendentisti. I tuareg del nord, nel Mali come altrove, sono stati per decenni emarginati e repressi. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti.
Resta il fatto, che deve essere sancito senza incertezze e timori, che i criminali culturali vanno isolati e perseguiti senza indugi dalla Corte Internazionale di Giustizia, smontandone qualsivoglia giustificazione di tipo politico e religioso. Chi distrugge il patrimonio artistico, religioso e culturale non può che essere catalogato tra coloro i quali compiono crimini contro l'umanità e per tali ragioni debbono essere giudicati.
Aggiornamento 31.1.2013: dopo aver scritto questo post, le agenzie di stampa hanno battutto la notizia che "solo" il 5% dei manoscritti del Centro Ahmed Baba erano stati danneggiati, perchè preventivamente portati altrove. Tiriamo un sospiro di sollievo, sebbene l'analisi e le riflessioni non si spostano di una virgola.